IL PIEDE CHE NON VOLEVA CAMMINARE
Storia (lenta) di fotografia, di corsa e di natura
Luglio 2016
Chiudi questo libro e inizia a creare.
Lascia questo libro e vai a fare una passeggiata. Magari nei boschi.
Regalati un po’ di tempo libero. Non sarà tempo sprecato.
Non credere che il tempo passato a pensare sia tempo NON PRODUTTIVO, anzi!
Le grandi invenzioni sono accadute nel passato perché allora il tempo per pensare si trovava più facilmente. Ma quel tempo non è svanito. È qui. Con noi. Con te. Adesso.
Quindi chiudi questo libro e vai a pensare.
Il PASSAGGIO SEGRETO
Se sei ancora qui, allora hai preso una terza decisione.
La prima è stata quella di comprare questo libro
La seconda quella di iniziare a leggerlo.
Sei curioso e vuoi saperne di più. Per trarne spunto. Per arricchirti. Per diventare una persona migliore.
Pensare aiuta a migliorare, quindi una volta letto, capito e fatto tuo questo concetto, potrai sperimentare direttamente il passaggio attraverso questa preziosa porta che conduce attraverso un mondo parallelo, ma completamente legato alla nostra vita quotidiana, ma che ha il potere di condurla in questa o quella direzione.
Come due calamite che si attraggono poste sui due lati di uno specchio segreto. La calamita nel mondo segreto può vedere la tua vita di tutti i giorni, ma tu normalmente non vedi lei.
La calamita del mondo segreto guida il tuo quotidiano. Entra da quella porta e inizierai a vedere con una nuova prospettiva propositiva.
Che la mia storia vi piaccia o no, non è cosa importante. La cosa più significativa sarà vedere se la mia storia riuscirà ad accendere il fuoco che vi indicherà la strada per trovare il vostro passaggio segreto.
CECCO
Non ho mai capito il motivo vero che mi portava a fare fotografie.
E non parlo solo delle fotografie che scattavo e tuttora scatto con qualsiasi strumento di ripresa; parlo anche delle fotografie che si proiettano costantemente nella pellicola della mia mente. I miei scatti mentali.
In qualsiasi situazione ricerco l’inquadratura che ha più senso, il soggetto che ha più significato.
Ogni situazione, anche la più caotica, diventa per me un’immagine, muta, ma che urla significato.
E così la signora, elegante nel suo bellissimo vestito, perfetta nei suoi ornamenti degni della principessa Cleopatra, diventa immediatamente soggetto di un mio scatto mentale, quando, mentre raccoglie le eiezioni del suo compagno a quattro zampe, mostra il suo lato “vero”; la posizione accucciata svela la poca praticità del vestito, che seppure elegante, non è stato disegnato per tali movimenti; la sua espressione quasi schifata nel toccare quell’escremento attraverso un sacchetto di plastica fucsia (che non si abbina affatto alla sua mise) è perfetta per lo scatto finale. CLICK. Fatto. Lei è li e rimarrà lì fino a che il Signore (quello con la “S” maiuscola) non deciderà di formattare il mio hard disk. E poi?
Allora ecco cosa faccio: scrivo un libro.
Così anche quando il mio hard disk sarà formattato, azzerato, ripulito, questo scritto potrà ancora essere utilizzato. E la signora elegante con il cane cagone, potrà servire da spunto per qualcun altro.
Questi scatti mentali rappresentano oggi il modo di vedere le cose, di analizzarle, per cercare significati che vanno al di la dell’apparenza.
Le situazioni non sono mai come sembrano al primo impatto visivo. Così come una fotografia, un dipinto, una ….persona.
Andare oltre, anzi, prendersi il tempo per andare oltre, ha i suoi vantaggi.
Vi ricordate quella volta che al museo avete visto quel quadro apparentemente insignificante. Poi quel gruppo di visitatori con la guida si è avvicinato a voi e la vostra curiosità si è sintonizzata sull’esperta di storia dell’arte che ha iniziato a spiegare le particolarità di quel dipinto e del pittore. In quel momento la porta del giardino segreto si è spalancata di fronte a voi!
Oggi quel dipinto per voi ha un sapore diverso. Ne potete sentire anche il profumo tutte le volte che lo rivedete. Questo accade anche con le fotografie, con le situazioni e con le persone.
Un giorno un mio carissimo amico, amministratore delegato di un’azienda no profit che offre una seconda occasione a chi la prima non è andata secondo i piani, mi invita a visitare il laboratorio della sua azienda.
Decine di persone lavoravano diligentemente in vari reparti produttivi.
Vedevi quelli che sembravano essere i capi reparto impartire gli ordini di lavoro, cucitrici intente a far combaciare lembi di tessuto, addetti al magazzino riporre i prodotti finiti negli scaffali.
Mi presentò Cecco, il capo reparto. Un ragazzo in forma, molto impegnato nel suo lavoro e nella sua missione lavorativa, che parlava del suo lavoro con passione e dedizione.
Tutto normale. Fino a quando il mio amico mi aprì la porta del giardino segreto confidandomi: “vedi, Cecco ha commesso degli errori nel passato. Ha tolto la vita ad una persona e ha pagato la sua pena. Oggi, qui, è il caporeparto.”
Cecco non era più lo stesso ai miei occhi. Non era semplicemente un professionista affermato. No. Era uno che ce l’aveva fatta.
Cecco ha dovuto toccare il fondo per trovare sé stesso. Cecco aveva trovato la porta per il suo giardino segreto.
A distanza di anni da quel giorno quando ripenso a lui mi viene ancora la pelle d’oca. E me lo immagino con l’immagine olografica della sua vita precedente che è sempre lì presente, ma alle sue spalle e racchiusa in una teca di vetro trasparente, indistruttibile.
Non dobbiamo uccidere nessuno per trovare la nostra porta. È li, davanti a noi. A volte è possibile trovarla e perderla nuovamente, ma l’importante è sapere che esiste e continuare a cercarla: solo noi ne possediamo la chiave.
“Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s’abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l’anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità. “
E.Montale – I Limoni – Ossi di Seppia
CONTINOUS SHOOTING
Con la consapevolezza che lo scatto perfetto non esiste, io lo ricerco sempre e comunque.
Sono conscio che questa ricerca non mi porterà a trovarlo, ma la ricerca stessa mi permette di continuare ad osservare e a sperimentare.
Ovviamente non sto parlando di pura fotografia, ma di atteggiamento al film che abbiamo deciso di vedere, oggi, adesso.
Come un film è fatto di tante situazioni in immagini che si susseguono, così è la nostra vita. Almeno così è la mia vita.
Io decido di fermare e approfondire solo alcune di queste. E sono quelle che mi formano, che mi fanno crescere.
Per catturarle devo essere un attento osservatore, con la propensione alla ricerca.
A volte si ci si trova nella situazione di voler catturare tante immagini con l’intento poi di selezionarle in un secondo tempo (in gergo tecnico anglosassone si dice “ Continuous shooting”). E’ un po’ come dire “questo momento lo metto nel cassetto e lo vivrò più tardi” …cosa ?? Ma non se ne parla nemmeno! Lo dice anche Claudio Baglioni che “la vita è adesso” (non che io stimi particolarmente Claudio Baglioni ma ho voluto anticipare una vostra osservazione). Anche un altro, che non ha scritto canzoni, ma è il protagonista del libro più tradotto e più venduto al mondo, ci insegna che “bisogna vivere il presente”!! (stimo di più quest’ultimo!)
Allora non mi posso permettere di posticipare, non ci è permesso.
Quante volte ho posticipato! e quante volte lo farò ancora! Aspetto il week end per divertirmi. Aspetto la vacanza per rilassarmi. Aspetto….
Ho capito che questo atteggiamento non funziona e cerco di scrivere per i posteri affiche’ ne facciano tesoro.
Posticipare è un po’ come non vivere, cioè è una cazzata clamorosa. Ma pur sapendolo, pur essendone consci…lo facciamo regolarmente: facciamo un “continuous shooting” della nostra voglia di divertimento, mettiamo tutto nella memoria temporanea e poi la viviamo dopo, quando abbiamo tempo ….ma quando abbiamo il tempo di vivere il passato se non abbiamo nemmeno quello di vivere il presente ?
Il GIOCO
L’agenda si riempie velocemente e se non è piena ce la riempiamo di cazzate.
Abbiamo lasciato che ci prendessero il nostro tempo libero. Sì, quello tanto anelato per poter vivere le nostre passioni, i nostri amori, le nostre relazioni.
Abbiamo barattato il nostro tempo libero, per una vita virtuale da vivere attraverso prolungamenti elettronici del nostro corpo, e ne siamo fieri ed orgogliosi.
Ma le cose importanti intanto sono lì che svaniscono. Ci sono situazioni che se non sono vissute, osservate, amate ADESSO, svaniranno. Non si possono conservare per il futuro.
Io sono il padrone della mia agenda e decido io come riempirla. Decido io se ha senso oppure no alzarmi alle 6 del mattino per vedere un’alba, e ti posso dire che ha molto senso. Un’alba per quanto vista dallo stesso posto alla stessa ora dello stesso giorno dell’anno è sempre diversa, perché tu sei diverso, sei cresciuto, hai imparato più cose e ti sei migliorato.
Guardare un’alba, abbracciare tua moglie, parlare con calma con i tuoi figli, fare una passeggiata in un bosco, fare un giro in bicicletta, parlare con un amico, leggere un libro, scrivere una lettera, sembrano decisioni anacronistiche. In realtà se ci riprendessimo il nostro tempo per “giocare” di nuovo come si faceva prima, ci accorgeremmo che valori preziosi non sono svaniti e sono sempre importanti e soprattutto sono lì pronti ad essere ri-scoperti.
“non è vero che non giochiamo più perché siamo vecchi. Diventiamo vecchi perché’ non giochiamo più” cit.
Il TERZO GENITORE
Un giorno stavo facendo alcuni scatti ad una coppia di anziani sulla panchina. Immaginavo il loro tempo passato insieme, una vita insieme. Pensavo alle cose che si erano dette durante il cammino, le preoccupazioni che li avevano segnati con rughe profonde sul volto. Mi hanno intrigato. Una vita vissuta senza internet. Una vita vissuta tutta in analogico ! che fortuna ! Gli ho fatto allora una foto in digitale. Quasi per far entrare un po’ della loro “Analogicita’ ” , nella mio mondo digitale.
Ho studiato materie tecniche, ho iniziato a lavorare in un’azienda di tecnologia e in questo mondo ho sviluppato tutta la mia carriera lavorativa.
Il bit è il mio terzo genitore e non lo rinnego affatto. Gli rinfaccio solo il fatto di essersi imposto alle generazioni attuali rinnegando il suo fratello analogico. Le nuove generazioni non hanno ecografie analogiche o fotografie sviluppate dalla pellicola. Loro pensano e vivono in digitale. Viviamo in un mondo dove il virtuale generato dal digitale ha più importanza del reale.
Quindi inserisco la coppia di anziani nel mio hard disk fisico, sperando quasi di utilizzare la loro saggia sapienza analogica come un virus benefico che migliori il nostro utilizzo delle tecnologie digitali.
Infatti sono fermamente convinto che quando perderemo l’ultima generazione analogica (la mia) , il mondo non sarà ancora pronto a dominare la tecnologia digitale. L’evoluzione è stata troppo rapida e ha sviluppato ricchezze che sono sfuggite al controllo degli stesi inventori. E’ un evoluzione che perde per strada le colonne portanti che l’hanno generata.
Questo è un altro motivo per cui scattare immagini mi da la sensazione di poter rallentare questo processo “evolutivo con perdita” ridonando a ciascun momento il tempo che si merita per poter essere osservato, vissuto, apprezzato.
CON IL LANTERNINO
Lo sforzo ulteriore che devo fare per riscoprire le cose che sono alla base del nostro essere e dare loro la giusta importanza, per capire a fondo il loro significato, mi viene da dentro. È uno sforzo piacevole, come quello impiegato nella corsa. Che ti ridona poi una sensazione di benessere. Lo sforzo che per prima cosa è generato da una mente alla ricerca di qualcosa di autentico, quasi come fosse stata in “apnea da autenticità” per troppo tempo. Durante questa ricerca trovo altri, che come me, con il lanternino, spolverano, grattano la superficie, scoprono scritte e significati nascosti. Riscoprono persone, rapporti dialoghi.
Ci ritroviamo in cantina, vicino alle fondamenta della casa. Ci apriamo una bottiglia di Birra artigianale e al lume del nostro lanternino pensiamo all’ “evoluzione senza perdita”.
Ai piani superiori sentiamo la musica della festa che ci tiene compagnia, le voci di conferenze virtuali, il rumore di qualche videogioco, il rumore sordo dell’incomunicabilità…ma sotto la lente di ingrandimento mettiamo l’odore che ci arriva di qualche pagina di libro sfogliata e quel bisbigliare di conversazioni autentiche.
La luce è fioca, ma i nostri cuori sono forti e chiari e determinati ad andare avanti. Ma avanti dove? Forse dovremmo andare in alto invece: In alto a spegnere tutti i satelliti di comunicazione, per eliminare internet, per eliminare il mondo virtuale, per ridonare la vera natura dell’essere umano al suo unico utilizzatore qualificato.
Fantasticare in quella direzione ci fa uscire dalla realtà più di quanto non lo siamo già. Indietro non si torna.
Il lume dei nostri lanternini si stava affievolendo.
Francesca entra nella stanza.
Il suo sorriso fresco di bambina YGen riaccende i nostri lanternini.
La risposta era lì sotto i nostri occhi. C’è sempre stata, dall’inizio dei giorni, ma stavamo guardando nella direzione sbagliata
FOTOGRAFARE IL PRESENTE PER RENDERE MIGLIORE IL FUTURO
Una fotografia rallenta, anzi ferma il tempo. Ma non per una mera proiezione del presente nella memoria del passato, sarebbe riduttivo e malinconico.
Fotografare per cristallizzare gli odori e le situazioni, a volte le lacrime e le urla, a volte i sorrisi e gli schiamazzi con gli spruzzi d’acqua per costruire il futuro e renderlo migliore del presente.
Uomini, Donne, anzi no…..Bambini,.. RAGAZZI e RAGAZZE, come soggetto primario e imprescindibile delle immagini scattate, quasi come semi di piante rampicanti che possano ricoprire i muri della vergogna lasciata dai padri.
Che possano crescere e fiorire rigogliosi, spinti da noi, che siamo ormai carne morta, verso il loro successo.
Successo. Una parola che mi rimbomba sorda nelle orecchie. Forse è questo il vero obiettivo del cambiamento analogico. Un successo che si sleghi completamente da noi padri e madri e che si rifletta completamente nei nostri ragazzi, aiutandoli con ogni mezzo a fare in modo che la loro voce sovrasti ogni muro dell’indifferenza e possa arrivargli amplificata a loro volta dai loro figli.
Così il cerchio, il primo vero cerchio, sarà concluso e sarà il volano del nuovo mondo.
Mammuth dice
Non posso commentare sono stordita irretita sbalordita posso solo pensare
Paola dice
Un uomo che dona grandi emozioni
Con parole, storie che entrano nel cuore e scatti che perlopiù scaldano l’anima….
Non è un uomo banale
Luca Franzi dice
Grazie Paola ..!